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W Le Donne: L’Autostrada del Sole


Sono in macchina, in viaggio verso San Miniato, per pranzare assieme a mio fratello. Il cellulare squilla, è Fabio Bollini, rispondo: “Ehi Pascal, si è liberato un posto, sei nella seconda squadra!!! Sei contento? Confermato?” – “Si… Si… Certo, confermato, contento… Mi dai qualche dettaglio?” – “La seconda squadra entra un giorno dopo di noi, giovedì 5, ti passo il contatto di Alex e organizzati con lui. Io sono nella prima”.

 

Il solito entusiasmo contagioso di Fabio, le solite formule di chiusura della telefonata e sono in ballo. L’attività speleo, specie se riferita alle punte esplorative, per me inizia così, spesso con una telefonata. Non mentre ti vesti e indossi l’attrezzatura o mentre parcheggi la macchina prima del sentiero. Molto prima. Dopo queste telefonata, infatti, non ho passato giorno senza pensare alla spedizione, alla sua organizzazione e alla mia preparazione.

Parteciperò al progetto esplorativo denominato “Pompa”, sul sifone finale di W Le Donne (d’ora in poi solo WLD). E’ un progetto che parte da lontano, addirittura da un altro progetto: “In Grigna”. Ha visto il coinvolgimento di molti speleo, da tutta Italia, per lavorare assieme in condizioni estreme su punte esplorative sempre di più giorni a WLD. Il mio non può essere un resoconto vero e proprio. Ometterei inevitabilmente tutta la storicità che ha portato a questa nuova punta di 4 giorni a -1150, dal 5 all’8 Gennaio. La mia è solo una istantanea, una semplice fotografia di questa grande esperienza.

MI trovo con Alex a casa sua, vicino Bergamo e, assieme, andiamo a prendere Gianluca Selleri che viene da Lecce con un volo diretto a Orio al Serio. Sono costretto a ripetermi perché questa cosa mi ha impressionato e si merita anche il maiuscolo, che le convenzioni in merito alla battitura su chat e social network riferiscono sia equivalente al gridato verbale: DA LECCE PER ANDARE 4 GIORNI AL FONDO DI WLD! E non una, lo ha già fatto numerose volte! Un eroe.

Ci mangiamo una pizza assieme, parlando continuamente di un tema scontato: la pompa e il sifone sul fondo di WLD. Non saprei separare l’ottimismo dalla determinazione nelle parole di Alex e Gianluca. La precedente punta esplorativa dell’8 Dicembre, con 12 ore di pompaggio manuale, è riuscita ad abbassare il livello di 130 cm circa: questa spedizione, di cui faccio parte, conta di trovare il livello del sifone grosso modo come lo hanno lasciato (in superfice è tutto ghiacciato, quindi l’acqua di infiltrazione che lo alimenta è al suo limite massimo) e di abbassare ulteriormente il livello tanto da consentire il passaggio delle persone, non importa se con l’acqua alla gola. L’importante è passare. Oltre, stando alla relazione dello speleosub che lo ha superato, pare che si aprano grandi ambienti: queste parole, per chi esplora, equivalgono alla cappa rossa agitata di fronte al toro.

Giovedì 6 ore 6.00: tutti svegli, ci prepariamo velocemente e usciamo di casa, direzione Lecco, dove andremo ad aggiungere alla squadra Marco Corvi (Corvo), il quarto componente. Ora siamo al completo. Come ha più volte ripetuto Alex siamo stati molto fortunati: c’è pochissima neve, possiamo parcheggiare all’ultima piazzola e fare l’avvicinamento per buona parte senza neve. Quindi, nonostante lo zaino molto pesante, verso le 11.00 siamo al Bogani. Pranziamo senza pensare alle diete e ci avviciniamo alla cresta della Grigna. Verso le 14.00 siamo all’ingresso e facciamo gli ultimi preparativi prima di tuffarci dentro.

La partenza di WLD non è accogliente. Parte stretta, con piccoli saltini con uscite scomode. Dopo poco si apre ed è una successione continua di pozzi impressionanti. A -400 troviamo il Campo 1, dove ci preoccupiamo di lasciare viveri e bevande per la risalita di domenica. Dopo, ancora pozzi e saloni fino ad arrivare, dopo circa 6 ore, al Campo 2 a -900. Qui incontriamo Fabio e la sua squadra (Pamela, Romeo e William) impegnati negli ultimi preparativi per andare al Campo 3 a -1150.

Il Campo 2 è composto da 2 tende, da circa 4 persone ciascuna. Stiamo comodi, Alex prepara dei tortellini in brodo, e poi tutti dentro i sacchi a pelo.

Venerdì 6 Gennaio ore 7.00: oggi è il Big Day. Il programma prevede una punta continua di una ventina di ore, con rientro a Campo 2 la mattina di sabato 7. Le difficoltà iniziano quasi subito. WLD, dopo -900 si trasforma, lasciando le grandi verticali a un grande spostamento in pianta in ambienti stretti e fangosi. Superiamo la forra del Cobra (se non fosse per il sacco pesante sarebbe anche molto divertente) e incontriamo una piccola sala, dove si notano, appese, diverse tute speleo. Ci siamo. Siamo a Puciosky: meandro stretto e allagato, dove è necessario indossare la tuta stagna e, a protezione, la tuta speleo. Per limitare i pesi e visto che mi portavo giù oltre che una tuta stagna anche un paio di stivali in più, ho optato per usare una tuta speleo che avrei trovato sul posto e conservare asciutta, ma sarebbe meglio dire meno bagnata, la mia per il rientro. La decisione non è stata così furba: la tuta che ho indossato era una taglia sotto la mia e ho raddoppiato la fatica in ogni passaggio.

Superiamo Puciosky, superiamo un sifone innescato ma sempre strusciando dentro l’acqua fangosa e arriviamo finalmente al Campo 3. Qui ritroviamo la squadra di Fabio che si è attardata a sistemare alcuni armi e lo stesso campo base. C’è fame di svuotare il sifone, non scambiamo una parola in più e ci incamminiamo quasi di corsa. La valutazione di Alex e Gianluca è che, rispetto all’8 Dicembre, il livello complessivo si è alzato solo di una decina di centimetri. Quindi oggi ce la dobbiamo fare, ce la faremo. Programma molto semplice: pompare a oltranza fino a passare!

Scorrono le ore. Ci raggiunge la squadra di Fabio per darci il cambio e io e Corvo ritorniamo al Campo 3 per riposarci. Levarsi la stagna è una liberazione e, senza la tuta stretta, mi sembra di rinascere. Sto quasi chiudendo il primo occhio che sento la voce di Pamela che ci chiama. Possibile che tocchi già noi? “Svelti, vestitevi, sono passati!!! Vi aspettano”. Se ci fosse una specialità olimpionica di vestizione con tuta stagna, tuta speleo, imbraco e attrezzi, a questo giro, avremmo preso la medaglia d’oro. Metà della mia mente è concentrata a vestirsi velocemente senza dimenticare niente, l’altra metà pensa che sia uno scherzo ipogeo. Quando incontro la manichetta di scarico che non getta più acqua (segno evidente che nessuno sta pompando) realizzo che deve essere vero!

Superiamo il sifone con l’acqua alla gola e arriviamo a una piccola risalita di tre metri già attrezzata con corda. Piccola sala, si gira a destra e… finestrone su pozzo. Sotto si sente scorrere l’acqua. Una forra! Ambiente grande. Niente fango. Il sifone sembra essere la porta verso un altro mondo. WLD è nuovamente e completamente cambiata! Siamo euforici. Vediamo una corda alla partenza del pozzo (stimato una trentina di metri). Questa però traversa su una cengia anziché scendere e notiamo che intercetta una galleria fossile sub orizzontale. Iniziamo a percorrerla, la base è costituita da detriti di crollo, ma si cammina molto bene. Trascuriamo le varie diramazione laterali, consapevoli che anche Alex e Gianluca avranno fatto lo stesso. Infatti li troviamo. Siamo tutti felici, increduli. E’ oltre ogni più rosea aspettativa. Abbiamo una forra attiva che si approfondisce. Abbiamo un sistema di gallerie fossili comodi e grandi che si spostano in pianta e sembrano non accennare a chiudere: solo dove ci siamo fermati ora saranno già 300 metri dal sifone. L’unica nota stonata è la mancanza di strumenti di rilievo per capire dove stiamo andando. Ma che importa: qui c’è da esplorare ancora per molto tempo.

Che facciamo ora? Il cuore vorrebbe continuare ma la ragione, specie quella di Alex e Gianluca, ci suggerisce di tornare al sifone a pompare. Dobbiamo abbassare ulteriormente il livello per essere sicuri di passare subito nella prossima punta esplorativa di Febbraio. Io e Corvo restiamo a pompare mentre Alex e Gianluca vanno a riposarsi a Campo 3. Pompiamo, parliamo, organizziamo, stiamo in silenzio e, quando la pompa emerge completamente dall’acqua decidiamo di ripartire per Campo 2.

Il resto è facilmente riassumibile: arriviamo a Campo 2 verso le 4 della mattina di sabato 7 (senza aver lesinato bestemmie sulla salita fangosa che porta al campo), in giornata ci raggiungono Alex e Gianluca e alle 22.00, sempre di sabato, partiamo per risalire i 900 metri che ci separano dall’uscita. Dopo 10 ore di corda siamo fuori. E’ molto freddo, probabilmente -10 (era -8 quando siamo entrati nel pomeriggio di giovedì) ma il cielo è sereno e la Grigna, dopo questa avventura, sembra ancora più bella.

Conclusioni: esiste solo un modo, chiaro, autentico e trasparente per definire la mia partecipazione a questa spedizione esplorativa: botta di culo! Per la prima volta in oltre 20 anni di speleologia era al posto giusto nel momento giusto. Sono felice, certo, ma la mia felicità non può avvicinarsi a quella provata da tutte quelle persone che da anni, con caparbietà e determinazione, vanno in Grigna e a WLD. L’attività di esplorazione speleologica è attività di squadra e i risultati si ottengono con la somma del lavoro di tutti, nessuno escluso.

I personaggi della spedizione 5/8 Gennaio 2017

Squadra 1

Fabio: un trascinatore. Non finirò mai di ringraziarlo perché è stato lui a coinvolgermi

Pamela: la quota rosa della squadra

Romeo: il personale sanitario rumeno sempre a disposizione

William: un gigante russo… nel senso che russa come un gigante

Squadra 2

Pascal: il fortunato

Alex: forza + determinazione + ottimismo

Gianluca: l’eroe di Lecce

Corvo: se dovete fare un patto col diavolo fatelo per diventare Marco Corvi: a 60 anni, a -1000, non gli sto dietro.

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      Pascal